Lettering da

Evento da segnarsi in agenda
Se vi trovate nei pressi di Ancona, non potete assolutamente perdervi la mostra organizzato da letteringdajesi.

Una mostra fotografica che raccoglie insegne, targhe, tombini e numeri civici rintracciati a Jesi e che hanno contribuito a plasmare quella che è l’identità della città.
La mostra sarà visibile dal 26 Marzo al 7 Aprile
presso Palazzo Pianetti c/o Sala didattica Tamburi Via XV Settembre, 10 – Jesi

qui tutte le info: Lettering da Jesi – Tipografia della strada

Photo credit: Lettering da Jesi
www.letteringda.com

Il principe dei tipografi

“Il principe dei tipografi”

Casualmente ci siamo imbattuti in questo estratto dal film “Prima della rivoluzione” anno 1964, diretto da Bernardo Bertolucci, colonna sonora di Ennio Morricone.
Sentite il commento del protagonista sul “Signor Bodoni”!
Questa fantastica scena è girata nella tipografia G.Ferrari e figli a Parma (dedotto grazie all’occhio attento di Francesco dello studio grafico bunker).
Sarebbe interessante capire perché Bertolucci ha prestato tanta attenzione alla tipografia. Qualcuno sa dirci qualcosa?

Buona visione

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Ritratto di Giambattista Bodoni del 1799 realizzato da Andrea Appiani
(Il dipinto si trova tutt’ora a Parma nella Galleria Nazionale)

Mary Rosa 1970 circa / Via XX settembre, Genova

Mary Rosa 1970 circa / Via XX settembre, Genova
Lettere cassonate con plexiglass bianco.

A volte ci capita di osservare insegne che, pur non essendo dipinte a mano, hanno una loro bellezza e personalità.
Le lettere di questa insegna presentano un’energia e una dinamicità date principalmente dalle diverse inclinazioni. Analizziamo per esempio la “M”, inizia con un’inclinazione di circa 60 gradi per poi inclinarsi a 45, le tre assi hanno altezze diverse, quella centrale addirittura va sotto la linea di base (che sembra esser tracciata dall’asse di ferro che sostiene l’insegna), si potrebbe tranquillamente dire che questa “M” sia di corsa, al contrario la “y”, più stabile e dritta, dona una “pausa” al ritmo dell’insegna.
Un altro elemento che attrae la nostra attenzione sono gli “occhielli” chiusi negli incroci della “R” e della “o”, costruiti in questo modo probabilmente per motivi pratici di realizzazione
Il tocco manuale è presente anche qui, il lamierino che circonda il plexiglass è stato sicuramente realizzato da un artigiano.

Photo credit: Lettering da Genova
www.letteringda.com

Il Padrino

Chi ricorda questa scena dal film “Godfather”?
La nostra amica Erika ci manda questi screenshots per darci un ottimo motivo per riguardare questo capolavoro!
Nelle foto vediamo una grande scritta “BARBER SHOP” in uno stile chiamato “HALF BLOCK” molto in voga nelle grandi città degli USA nei primi decenni del ‘900, è rifinito in foglia d’oro a due toni e outline nero, un vero classico!
Notare il dettaglio SH visto dall’interno che mostra delle decise pennellate con un certo “human touch”.
Che dire poi della scena che mostra il layout che sta per essere completato dall’attore/pittore? Bellissimo nonostante dipinga dal lato sbagliato della vetrina e utilizzi un pennello scarico e non adatto! (probabilmente la scena al contrario avrebbe mostrato l’attore di spalle e così avrebbe nascosto l’azione di dipingere).

Vincenzo, 1950 – 70 circa / Via Accademia delle Scienze, Torino

Vincenzo, 1950 – 70 circa / Via Accademia delle Scienze, Torino
La foglia oro applicata nella classica finitura a due toni sottovetro crea una splendida falsa carvatura, accentuata dal contrasto con il fondo nero. Particolarissime le terminazioni a “pallina” interne alle controforme degli occhielli della “V” e della “o”.

Per chiudere la descrizione vi riportiamo il commento del caro James Clough:
“Il corsivo inglese in oro su fondo nero è elegantissimo e a causa della larghezza della fascia l’abilissimo artigiano ha dovuto allargare notevolmente lo spazio tra le lettere… Ma lo fa con grand expertise!” 😉

Photo credit: Lettering da Torino

www.letteringda.com

Lettering da

Con grande piacere iniziamo una collaborazione con una “signhunter” d’eccezione, stiamo parlando di Silvia Virgillo, una ragazza torinese che ha ideato “letteringda” un collettivo sparso per le principali città italiane che raccoglie le più belle insegne della penisola. Noi ci occuperemo di fornire degli approfondimenti su alcune foto presenti nella loro collezione.

Photo credit: Lettering da

www.letteringda.com

Ferramenta, 1960 circa / Via Lomellina, Milano

Ferramenta, 1960 circa / Via Lomellina, Milano
Lettere “spesse e sottili” (thick and thin) smaltate sotto vetro con contorno rosso, riempimento crema e fondo nero.

Nella progettazione architettonica milanese dei secoli scorsi stabilivano sin da subito lo spazio dedicato all’insegna creando degli splendidi supporti in ferro battuto. Purtroppo molti di questi ornamenti sono ormai coperti dalle insegne digitali e in plastica che hanno irrispettosamente preso il sopravvento negli ultimi decenni, ma in questo caso possiamo ancora ammirare quei magnifici decori floreali posti sopra l’insegna.

Ogni domenica sull’inserto culturale di Repubblica “ROBINSON”…

Ogni domenica sull’inserto culturale di Repubblica “ROBINSON” esce una piccola rubrica curata da James Clough, dove ci mostra e descrive insegne e lettere. Nel numero di oggi c’è un magnifico monogramma modenese in ferro battuto.

Scena tratta dal film del 1956 “La banda degli onesti” con Totò, Peppino De Filippo e Giacomo Furia.

Scena tratta dal film del 1956 “La banda degli onesti”
con Totò, Peppino De Filippo e Giacomo Furia.

In questa scena si vede un pittore d’insegne, chiamato nel film “il pinturicchio”, mentre è al lavoro. Il copione fa intendere che in quegli anni il disegnare insegne era considerato come un vero e proprio lavoro (”qui ci vuole un artista, quello è un mezzo imbianchino”), divertentissimo quando “il pinturicchio”, con il bastone poggia polso, infastidisce Totò.

Vetreria, 1910 – 1930 / Venezia

Vetreria, 1910 – 1930 / Venezia
Lettere romane (elzeviro) foglia oro 23K a due toni (simulano il classico effetto carvato delle famose iscrizioni romane) fondo nero sotto vetro (verre eglomise)

Il fondo, quasi del tutto scomparso, ci permette di vedere il supporto di legno posto dietro l’insegna, al contrario le lettere, tranne le ultime due, sono completamente intatte. Questo ci fa presumere che tra qualche anno questa insegna avrà la particolare caratteristica di avere un contrasto materico tra il fondo di legno e le lettere in oro. 
Osservando le “R”, possiamo dedurre che il disegnatore abbia usato come modello di riferimento il carattere elzeviro.
Vi riportiamo questo link che spiega cos’è un elzeviro:
https://lelzeviro.wordpress.com/2010/07/09/cose-un-elzeviro/